Mai rinunciare a un poeta

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    Erit igitur, iudices, sanctum apud vos, humanissimos homines, hoc poetae nomen, quod nulla umquam barbaria violavit. Saxa et solitudines voci respondent, bestiae saepe immanes cantu flecuntur atque consistunt: nos, instituti rebus optimis, non poetarum voce movebimur? Homerum Colophonii civem esse dicunt suum, Chii suum vindicant, Salaminii repetunt, Smyrnaei vero suum esse confirmant, itaque etiam delubrum eius in oppido dedicaverunt: permulti alii praeterea pugnant inter se atque contendunt. Ergo illi alienum, quia poeta fuit, post mortem etiam expetunt: nos hunc vivum, qui et voluntate et legibus noster est, repudiabimus?

    Sarà dunque santo presso di voi, o giudici, umanissimi uomini, questo nome di poeta, perchè mai violò alcuna barbaria. I sassi e le sole voci risponderanno, spesso le bestie immani saranno piegate dal canto e (consisto): noi, abituati ad ottime cos, non saremo mossi dalla voce dei poeti? I colofoni dicono che Omero sia loro cittadino, quelli di Chio lo rivendicano come proprio, i salamini lo ripetono, quelli di smirne confermano che in verità è il loro, e così anche gli dedicarono un (delubrum) in città: molti altri inoltre combattono tra loro e contendono. Dunque quelli poichè fu poeta dopo la morte lo (expetunt) : noi ripudieremo questo vivo, che è nostro per volontà e leggi?
     
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