Tema sulla condizione delle carceri in Italia

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  1. Red!
     
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    Tra i problemi che affliggono l'Italia contemporanea quello relativo alla condizione carceraria non è senz'altro il meno importante.
    "Non fatemi vedere i vostri palazzi - sosteneva Voltaire - ma le vostre carceri. Perché è da esse che si misura il grado di civiltà di una nazione”. Se è dunque vero che il grado di democrazia e di civiltà di un Paese si vede dalle condizioni in cui versano le sue carceri, l'Italia è un Paese incivile ed antidemocratico.

    Con le sue 206 carceri, capaci di ospitare 45 mila detenuti, l'Italia ha una popolazione carceraria di 68 mila detenuti, in continua crescita. Ciò denota un palese problema di sovraffollamento. Significa che più detenuti sono stipati in una sola cella, costretti a convivere gomito a gomito in una condizione umiliante e inumana. Spesso si tratta di persone non omogenee culturalmente, che parlano magari lingue diverse, che hanno usi e costumi differenti. E la difficile convivenza sfocia allora facilmente in contrasti, liti, risse, violenze.

    A prescindere dalle divergenze culturali, il sovraffollamento stesso induce, da solo, in qualsiasi specie del mondo animale, problemi di convivenza, lotta per la sopravvivenza, aumento dell'aggressività e della violenza. A maggior ragione se a convivere in spazi ristretti sono esseri umani.

    A testimonianza della drammaticità della condizione carceraria italiana, negli ultimi anni si è registrato un aumento delle proteste e delle rivolte, ma anche dei casi di depressione, di autolesionismo e di suicidio tra i detenuti. La durezza supplementare e ingiustificata della vita carceraria si riverbera anche su chi in carcere lavora: le cronache registrano in media un caso di suicidio ogni circa due mesi tra le guardie carcerarie, il cui numero è insufficiente e il cui lavoro viene progressivamente svuotato di motivazioni ideali e di riconoscimento sociale ed economico.

    La prigione dovrebbe essere un luogo dove si sconta una pena per aver violato gravemente la norma. Ma dovrebbe anche, e soprattutto, costituire un luogo dove esseri umani che hanno commesso un errore vengono recuperati alla società. Un luogo dove educare, riabilitare, reinserire.

    Lo sancisce la stessa Costituzione italiana, all'articolo 27: "...Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".

    Invece, da noi, il vitto dei detenuti è talvolta più povero di quello somministrato nei canili, nelle nostre carceri si verificano delle morti sospette, i detenuti denunciano di frequente percosse e abusi di ogni tipo. Le condizioni igieniche e sanitarie sono precarie. Molti, anche non detenuti in regime di carcere duro, stanno rinchiusi in cella per l'intera giornata, non hanno possibilità di leggere, studiare, lavorare, ricevere visite, prepararsi per quando faranno il loro rientro nel mondo esterno. Mancano, nelle nostre carceri, non soltanto le guardie, ma anche psicologi, formatori, assistenti sociali. In questo modo le nostre prigioni si trasformano non in luoghi di rieducazione, ma in scuole del crimine, dove si esce pronti a riconsegnarsi all'illegalità .
    C'è la crisi, si dice, e lo Stato non ha soldi da spendere. Così gli ultimi sono sempre i primi ad essere dimenticati.

    L'Italia ha già subito dei richiami da parte delle autorità internazionali; per la drammatica situazione delle nostre prigioni, la Corte europea dei diritti dell'uomo ci ha condannato per il reato di tortura. Significa che la privazione della libertà dovrebbe costituire una pena sufficientemente dura per chi ha commesso un crimine, ogni violenza supplementare si deve considerare sopruso, abuso, negazione della dignità umana.

    Si aggiungono altre statistiche che documentano l'inadeguatezza e il degrado delle nostre istituzioni carcerarie e della nostra amministrazione della giustizia: quasi due terzi dei detenuti nelle nostre galere sono immigrati e tossicodipendenti, spesso quindi non delinquenti pericolosi, ma persone che hanno semplicemente contravvenuto le restrittive norme sull'immigrazione e sull'uso personale di sostanze stupefacenti. Di più: 28 mila reclusi, quasi il 42% della popolazione carceraria, sono detenuti in attesa di giudizio.

    La sicurezza è un bisogno legittimo, molto avvertito dalla popolazione. A un aumentato bisogno di sicurezza e di repressione del crimine, espresso dall'opinione pubblica, si deve l'inasprimento delle leggi e l'incremento dei detenuti. Taluni ritengono che la soluzione ormai indifferibile del grave problema delle carceri risieda nella costruzione di nuove prigioni. Tuttavia, l'esperienza di altri Paesi, tra i più avanzati, ci suggerisce che le vie da percorrere potrebbero essere altre: depenalizzazione dei reati minori e pene alternative alla detenzione come affidamento in prova al Servizio Sociale, semilibertà, lavoro esterno, liberazione condizionale, semidetenzione, lavoro sostitutivo, libertà controllata, permessi premio. Si tratta di misure che si sono rivelate altrove efficaci nel reinserimento sociale e lavorativo degli ex-carcerati, nella loro restituzione alla comunità.

    Niente di ciò che è umano mi è estraneo" ricordava lo scrittore latino Terenzio. I carcerati, verso cui nutriamo spesso dei pregiudizi, sono prima di tutto degli esseri umani che ci mettono a confronto con aspetti della nostra vita che ci piacerebbe ignorare: l'errore, la colpa, la violenza, l'espiazione, il male. Trattarli con la giusta severità, ma anche con compassione, cura, attenzione e rispetto non è un soltanto un atto di umanità verso di loro, ma un segno di amore verso noi stessi.

    Riferimenti bibliografici:
    Ainis, M. "Emergenza galere, ci risiamo", L'Espresso 27 novembre 2011
    Pelanda, D. Mondo recluso. Vivere in carcere in Italia oggi, Cantalupa (TO), Effatà, 2010
    Rizzoli, M. Detenuti. Incontri e parole dalle carceri italiane, Milano, Sperling & Kupfer, 2012
    Saviano, R. "Perché nessuno parla di carceri", L'Espresso 30 agosto 2012

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    Edited by Red! - 7/12/2013, 00:31
     
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0 replies since 28/11/2013, 15:13   39 views
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