Tema sulle rivoluzioni arabe

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  1. Red!
     
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    Tema sulle rivoluzioni arabe

    Il mondo arabo per noi occidentali è una galassia indecifrabile, un enigma di cui non riusciamo a venire a capo. Spesso lo identifichiamo con il pericolo terrorista, con l'integralismo islamico, con l'immigrazione clandestina. Insomma lo percepiamo come un'entità minacciosa.

    Perciò non sappiamo come reagire cognitivamente ed emotivamente agli sconvolgimenti che in questi ultimi anni hanno investito il Nord Africa e parte del Medio Oriente. Non riusciamo a leggere, in modo univoco, le rivolte, le ribellioni, le vere e proprie rivoluzioni che hanno incendiato in rapida successione le piazze di Tunisi, Il Cairo, Bengasi, Damasco e le città di molti altri stati arabi.

    Dittatori in carica da decenni, appoggiati spesso dalle democrazie occidentali con cui intrattenevano lucrosi affari, sono caduti uno ad uno; sistemi di potere che sino all'altro ieri sembravano inscalfibili, sono crollati, spazzati via dalla veementi proteste di masse ribelli, perché esasperate da annose vessazioni.

    Eppure, pur nella diversità delle situazioni, differenti da paese a paese, esiste un comune denominatore che sottende le rivolte arabe.
    Tutte le insurrezioni sono, per esempio, sino ad ora, sostenute da masse di giovani di frequente laureati, che faticano a trovare il proprio posto nelle maglie escludenti di sistemi di potere vecchi, gerontocratici, oppressivi, corrotti, inefficienti, clientelari, negatori dei più elementari diritti umani.
    Ed è stato proprio un giovane, il tunisino Mohamed Bouazizi, che, dandosi fuoco il 17 dicembre 2010, in segno di protesta e disperazione, ha dato idealmente inizio, col proprio sacrifico di martire, alle insurrezioni che si sono succedute a catena, quasi per un effetto domino e che hanno portato alla deposizione di navigati dittatori, raiss potenti come Ben Ali, Mubarak e Gheddafi.

    Giovani che non inneggiano sempre e soltanto alla loro fede religiosa, ma che gridano la propria aspirazione ad una vita autonoma e dignitosa, ai diritti di espressione e di stampa, ad una maggiore democrazia, in questo simili a tanta gioventù occidentale
    Oltre ai giovani, a guidare la protesta sono le donne arabe, con o senza velo, sempre più istruite e inserite nel lavoro e nella vita pubblica, sempre più spesso con ruoli di primo piano: insegnanti, medici, manager, giornaliste. In lotta per una loro maggiore e legittima autoaffermazione rispetto a una cultura e a logiche di potere che le vorrebbero invece subalterne, prigioniere di una cultura patriarcale ormai vetusta e superata.

    Soprattutto, le rivoluzioni arabe sono nate e si sono propagate grazie alla potenza dei media. Internet in particolare ha avuto un ruolo strategico nel preparare, coordinare e propagare la rivolta. Tramite la rete e la facilitazione di rapporti e relazioni che crea, si sono diffusi modelli di vita più liberi, è circolata l'abitudine ad esprimere la propria opinione nelle varie agorà virtuali, si è propagata l'opportunità di discutere e di dibattere.
    Con i vari dispositivi mobili, poi, si sono potuti filmare e produrre documenti, che la rete ha reso pubblici, in tempo reale, ai quattro angoli del pianeta. Documenti che riproducono la cruda realtà della situazione, a dispetto delle manipolazioni dell'informazione, delle edulcorate msitificazioni e della propaganda in cui sono esperti tutti i tiranni.

    Oltre alla Rete, con i suoi contenuti generati dagli utenti, importante è stato lo sviluppo nel mondo arabo delle tv satellitari, che hanno adottato uno stile giornalistico originale, vicino ai valori del miglior giornalismo occidentale. Emittenti come Al Jazeera e Al Arabiya hanno contribuito in questi anni alla modernizzazione del mondo arabo e alla formazione di un'opinione pubblica sempre più informata e critica.

    Le rivoluzioni del mondo arabo sono ancora in divenire e tuttora non sappiamo chi alla fine prevarrà. Se le rivolte produrranno più democrazia oppure porteranno alla formazione di sistemi teocratici, senza più separazione tra stato e religione. Tutti, credo, ci auguriamo vincano i sostenitori della libertà, del progresso, del benessere per tutta la popolazione e, soprattutto, della pace.

    Riferimenti bibliografici:
    Corrao, F. M. (a cura di), Le rivoluzioni arabe. La transizione mediterranea, Milano, Mondadori, 2012
    Quirico, D., Primavera araba. Le rivoluzioni dall'altra parte del mare, Torino, Bollati Boringhieri, 2011

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    Edited by Red! - 28/11/2013, 15:21
     
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0 replies since 23/11/2013, 18:12   27 views
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