Fama Alexandri mortis ad Darei

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    Fama Alexandri mortis ad Darei quoque matrem celeriter perlata est; nec eam puduit lugubrem vestem sumere atque, laceratis crnibus, humi corpus abicere. Assidebat ei altera ex neptibus, nuper amissum Hephaestionem, cui nupserat, lugens et proprias causas in communi maestitia retractabat. Sed omnium suorum mala Sisi gambis, Darei mater, dolebat: sortem suam, nptium vicem flebat. Recens dolor etiam praeterita revocaverat, amissum Dareum et duorum filiorum exsequias. Nunc cogitabat: "Quem miserebit mei mearumque neptium? Qui alius futurus est Alexander?". Ad ultimum dolori succubuit et vivere eam pertaesum est: obvolto capite, cibo pariter abstinuit et luce. Quinto die, postquam mori statuerat, exstincta est. magnum profecto documentum Alexander indulgentiae et iustitiae in omnes captivos est mors huius, quam, cum sustinuisset post Dareum vivere, Alexandro esse superstes pigitum est.

    Traduzione Italiana

    La notizia della morte di Alessandro fu prontamente riferita anche alla madre di Dario; ed essa non si vergognò (costruzione impersonale di "pudeo" con l'accusativo della persona) di indossare la veste da lutto e, strappatisi i capelli, di prostrarsi ("abicere corpus") a terra. Le sedeva accanto una delle nipoti che piangeva (o anche "che portava il lutto per") il recentemente scomparso Efestione, al quale era sposata, e nella comune tristezza ripassava nella mente i propri stati (puoi rendere con "riviveva i propri stati di sofferenza"). Ma Sisigambi, la madre di Dario, soffriva le pene di tutti i suoi cari: compiangeva il suo destino, per conto delle nipoti. Il dolore recente aveva richiamato alla mente anche le cose passate, la perdita di Dario (alla lettera, "lo scomparso Dario") e i funerali dei due figli. Ora pensava: "Chi avrà compassione di me e delle mie nipoti? Chi potrà mai essere un altro Alessandro?". Alla fine soggiacque al dolore e ne ebbe abbastanza di vivere: dopo essersi velata il capo, si astenne contemporaneamente dal cibo e dalla luce del giorno. Si spense il quinto giorno dal momento in cui aveva deciso di morire. Senza dubbio rappresenta un'importante testimonianza dell'indulgenza e della clemenza di Alessandro (è "Alexandri"!) nei confronti di tutti i prigionieri la morte di costei che, pur avendo sopportato di vivere dopo (la morte di) Dario, si vergognò di sopravvivere ad Alessandro.



    Tags: Curzio Rufo, versione, latino, traduzione, appunti, vita

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